«Le parole del prefetto Gabrielli restituiscono dignità al mondo dello stewarding e finalmente si registra un cambiamento culturale per cui Andes è al lavoro da sempre». Così il presidente dell’A.N.DE.S (Associazione Nazionale Delegati alla Sicurezza) Ferruccio Taroni, commenta l’intervento del capo della Polizia, il prefetto Franco Gabrielli, nell’ambito del convegno nazionale dal titolo ‘Calcio e ordine pubblico, l’evoluzione della disciplina sulla sicurezza negli stadi’, andato in scena allo stadio Mapei di Reggio Emilia lunedì 14 gennaio e valido anche come momento formativo per i delegati alla sicurezza e per gli Slo (Supporter Liaison Officer) delle società di calcio di serie A e serie B.
Lo steward «Le parole del prefetto – spiega Taroni – consegnano al mondo dello stewarding la dignità che merita, in perfetta armonia con l’interpretazione che Andes ha sempre dato a queste figure professionali. In particolare è emerso come sia sbagliato trasformare lo steward in un poliziotto di 16esimo grado, mentre invece è da esaltare questa figura come elemento di accoglienza, indispensabile per la buona riuscita di un progetto gestionale. Finalmente – prosegue Taroni – si registra il cambiamento culturale che Andes attende dall’8 agosto 2007, ossia dall’uscita del decreto sugli steward. Il ‘vecchio’ mondo dell’ordine pubblico ha sempre ritenuto impossibile che lo steward, tramite l’accoglienza, potesse cambiare la gestione degli eventi sportivi. Forse perché quel vecchio mondo era troppo abituato ad un regime repressivo vittima, e nel contempo corresponsabile, di un clima di violenza che si era impossessato del mondo del calcio. Da subito Andes ha ribadito come l'accoglienza e la premialità dei meritevoli valgano più della mera repressione». Intanto il 22 gennaio Andes si riunisce a Roma per il ventesimo congresso nazionale. «Sarà occasione – conclude Taroni – per offrire una lettura dei fenomeni che stanno tornando a macchiare il calcio, riproponendo tutte quelle attività, italiane e non, che hanno lavorato nella direzione della crescita culturale degli spettatori e fruitori del calcio. Speriamo non servano altri dieci anni per essere ascoltati».